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Il Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello


“Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal“

Mattia Pascal vive a Miragno, in Liguria. Mentre si trova nella biblioteca della città, dove lavora, comincia a raccontare la sua storia.

La sua famiglia era benestante, il padre che era un mercante, si era arricchito investendo soldi in diverse proprietà. Alla sua morte lascia tutto in eredità alla moglie e ai due figli, Mattia e Roberto.

La donna è ingenua e affida l’amministrazione dei beni di famiglia a Batta Malagna, un disonesto amministratore che pensa solo ai suoi interessi.

Gli anni che passano e il lento declino finanziario della famiglia, costringeranno Mattia a cercare lavoro, trovandolo nella Biblioteca Boccamazza, la biblioteca di paese.

Dall’amministratore nel frattempo si trasferiscono la vedova Pescatore con la figlia Romilde della quale si innamora l’amico di Mattia, Pomino.
Il Pascal comincia a frequentare la ragazza per conto dell’amico fino a che fra i due però non nascerà un amore.

Mattia a questo punto è costretto a sposarla e a vivere con la suocera, Marianna Pescatori, che non l’ha mai visto di buon occhio, anzi.

Da questo momento la vita di Mattia si trasformano in un incubo. La famiglia in pezzi dopo la morte delle due gemelle avute con la moglie a breve distanza l’una dall’altra, il lavoro che non lo appaga e le ristrettezze economiche, fino ad arrivare al rapporto con la suocera ormai insopportabile, rendono la sua vita una trappola.

Mattia Pascal, quindi, prende una decisione: andare in America e cambiare vita.
La ricerca di fortuna lo porta però a Montecarlo dove, per 12 giorni all’insaputa di tutti, si intrattiene con il gioco d’azzardo, intascando un bottino di tutto rispetto: 82 mila lire.

Per l’uomo è un’ottima occasione per cambiare vita!
Mentre sul treno riflette su come utilizzare il denaro per ripartire, magari riscattando qualche vecchia proprietà, si imbatte nella notizia della propria morte.

La moglie e la suocera, non sapendo che fine avesse fatto, lo avevano riconosciuto in un cadavere ritrovato pochi giorni dopo la sua scomparsa.

Mattia Pascal è morto e con lui tutte le responsabilità e i problemi della sua vita passata. Da quel giorno sceglie di chiamarsi Adriano Meis e comincia viaggiare fra la Germania, Milano e Roma, dove poi si traferirà.

Qui incontra Adriana, vorrebbe sposarla ma la sua falsa identità non glielo permette. Adriano Meis non esiste. E’ vivo alla morte, ma morto alla vita.

Dopo due anni in cui vive di menzogne e segreti finge il suicidio di Adriano e torna ad essere Mattia Pascal.

Tornato al paese però scopre che la moglie Romilde si è risposata con l’amico Pomino e ha una figlia in salute. Cosa che lui non era riuscito a darle.

Decide dunque di non far valere i propri diritti sul matrimonio e, dopo due giri intorno al paese, si dirige verso la biblioteca dove riprende il suo lavoro e comincia a scrivere la propria storia.

Di tanto in tanto porta dei fiori sulla sua tomba e legge la sua epigrafe:

Colpito da avversi fatti
Mattia Pascal
Bibliotecario
Cuor generoso anima aperta
Qui volontario
Riposa
La pietà dei concittadini
Questa lapide pose