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Il libro si apre con un ricordo, con la nitida immagine di un disegno fatto da un bambino. La pennellata di colore dovrebbe rappresentare un enorme serpente, un boa. Ma gli adulti, in quel capolavoro incompreso, vedono altro, scorgono solo un cappello. Il narratore ci svela, con poche parole, cosa l’abbia spinto a diventare un aviatore e non un pittore.  

Sono passati molti anni e il pilota di aerei, a causa di un guasto al motore, si trova nel deserto del Sahara… pensa di essere solo, ma non è così! Un bimbo biondo lo avvicina e con naturalezza gli chiede di disegnare una pecora. Che strano ragazzino! Da dove spunta? È il piccolo principe e viene dallo spazio, dal minuscolo asteroide B612. Lì vive sereno curando un’unica e amatissima rosa, pulendo il camino dei suoi microscopici vulcani, e cercando di estirpare un prepotente baobab… ecco spiegata la necessità di avere una pecora, animale in grado di estirpare i germogli del gigantesco albero.  

Il principino, sulla Terra già da un anno, racconta al pilota le sue molte avventure. Prima di giungere tra gli uomini ha visitato altri piccoli mondi, ha conosciuto gente assai bizzarra: un re dispotico e solitario, un vanitoso in attesa di qualcuno disposto ad ammirarlo. E anche un geografo che gli consiglia vivamente di visitare il nostro pianeta. 

Il bambino approda in Africa, iniziando così la sua avventura terrestre. Incontrerà un serpente, una bestia in grado di riportarlo da dove viene… Farà anche la conoscenza di una volpe  che gli svela il segreto dell’amicizia, in uno dei capitoli forse più belli dell’intero romanzo.  

L’aviatore si è affezionato molto al bambino, sono diventati buoni amici. Il fanciullo però è intenzionato a far ritorno nello spazio, tra le luci delle stelle… un fiore, la sua amata rosa, lo attende.  

Il piccolo principe, per tornare a casa, deve solo farsi mordere dal serpente conosciuto tempo prima. E così sarà. L’alieno biondo non c’è più, si è dissolto, è scomparso. L’aviatore sa però che c’è un modo per rivederlo, ogni notte. Gli basterà osservare con attenzione le stelle, il bimbo è lì, da qualche parte. Assieme alla sua preziosa rosa, su di un mondo in cui ogni atomo è pura poesia.  

“Dove sono gli uomini?” riprese dopo un po’ il piccolo principe. “Si è un po’ soli nel deserto…” “Si è soli anche con gli uomini”, disse il serpente.  

Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.