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Può una mela – anche se d’oro – essere l’inizio di una vicenda intrisa d’odio, vendetta e ira? Sì, e l’Iliade di Omero è una pietra miliare in fatto di lacrime e tragedie. 

Eris, dea della discordia, è furiosa per il mancato invito alle nozze del mortale Peleo e della ninfa Teti, genitori dell’impavido Achille. Per vendicarsi si presenta al banchetto nuziale e getta sotto gli occhi di tutti un pomo dorato con un’incisione: alla più bella. Afrodite, Era e Atena – dee potenti e inclini alla vendetta – si contendono il frutto, il cosiddetto pomo della discordia. Zeus, padre degli dei, decide che sarà Paride – principe troiano – a decretare chi sia la più bella tra le tre divinità: Afrodite dea dell’amore, la sapiente Atena o la potente Era? La scelta ricade su Afrodite che ricompensa Paride con l’amore della splendida Elena, moglie del re spartano Menelao.  

Paride rapisce Elena, dando vita a un conflitto tra greci e troiani che durerà una decade.   

L’Iliade, in realtà, non narra vicende bellicose durate dieci anni ma si concentra sugli ultimi 51 giorni di guerra. In questo periodo il dio Apollo, furioso per un affronto ricevuto dai greci, porta una pestilenza tra le loro milizie. Il re Agamennone, infatti, non vuole restituire Criseide al padre, sacerdote troiano del dio del Sole. Solo in un secondo momento, e liberata la schiava, la pestilenza cessa di mietere vittime.  

Le sorti dei greci sono guidate da Achille, celebre per essere un eroe temerario e valoroso. Agamennone, per rifarsi del torto subito, sottrae la schiava Briseide al più audace dei suoi guerrieri. Achille, furibondo, abbandona i campi di battaglia, regalando vittorie ai troiani. Patroclo, legato da un forte legame all’eroe greco, ne indossa le vesti per portare scompiglio tra i troiani. Lo stratagemma però lo porta alla morte: Patroclo viene ucciso dal principe Ettore. Achille, disperato per la perdita del fido compagno d’armi, lo vendica uccidendo il principe troiano. Il corpo esamine di Ettore viene legato a una biga e trascinato nella sabbia, gettando nello sconforto la famiglia reale guidata da Priamo. Achille ha avuto la sua vendetta e la sua rabbia, finalmente, è stata placata: il corpo di Ettore viene così restituito al padre, che finalmente potrà celebrarne i funerali.  

L’Iliade si conclude così, tra gesta di rabbia e perdono, tra lacrime e sangue.  

Curiosità: 

Il poema omerico a cosa deve il suo nome?  

Fondata da Troo, primo re di Troia, la città venne ampliata da uno dei suoi figli: il principe Ilo… divenendo così anche Ilio. 

Troo è il padre di Ganimede, rapito da Zeus sul monte Ida per farne il coppiere degli dei.