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Giacomo Leopardi è una voce poetica tra le più studiate in Italia… e non solo.
Nacque a Recanati, il 29 giugno del 1798, da Adelaide dei Marchesi Antici e dal conte Monaldo Leopardi. Il giovane Giacomo, già a 13 anni, dedicava gran parte del suo tempo alla biblioteca paterna, fornita di migliaia di libri. Il piccolo conte amava così tanto lo studio e la lettura da decidere d’isolarsi dal resto del mondo. La sua cultura crebbe in fretta e notevolmente: appena adolescente era in grado di disquisire di letteratura francese, inglese e greca. Tra il 1809 e il 1816 – sette anni di studio matto e disperatissimo – cerca di fare sua, con fervore e determinazione, la cultura racchiusa nei libri della biblioteca di famiglia. Il contatto limitato con il mondo circostante, dovuto ad una forte sensibilità, gioverà poco alla sua salute; portandolo a soffrire di vari disturbi fisici.
A 18 anni la vita nella piccola Recanati inizia a stragli stretta: sogna di accedere ad ambienti letterari meno modesti, dove poter far conoscere il proprio genio.
Nel 1817 inizia la stesura della sua opera più lunga: lo Zibaldone di pensieri, contenente riflessioni e aforismi. L’opera lo terrà impegnato fino alla fine del 1832.
Nel 1818, invece, scrive le due liriche Sopra il monumento di Dante e All’Italia. Nello stesso anno, dopo problemi alla colonna vertebrale, Leopardi inizia a soffrire di un grave disturbo alla vista. Il tutto coincide con uno dei tanti amori non corrisposti del poeta: quello per la cugina Gertrude Cassi Lazzari.
Nel 1823 – con il permesso del padre – lascia Recanati per soggiornare a Roma: la città lo delude e poco dopo rientra nel paese natale. Nel 1825 decide nuovamente di lasciare la casa paterna: si sposta a Milano, Firenze, Bologna ed infine a Pisa. Grazie alle traduzioni dal greco e alla stesura di antologie di letteratura italiana riesce ad avere un mensile con il quale si mantiene fino al 1828, anno in cui si vedrà costretto – a causa delle scarse finanze – a far ritorno nella sua Recanati.
Verso la prima metà del 1830 si reca a Firenze, dove conosce il napoletano Antonio Ranieri: tra i due nasce un grande rapporto di amicizia. Nel 1833, assieme a Ranieri, il poeta si trasferisce a Napoli, città dove compose La ginestra e Il tramonto della luna. Il 14 giugno del 1837, poco prima di compiere 39 anni, Giacomo Leopardi si spegne per l’aggravarsi di tutti i mali che da tempo affliggevano il suo corpo e il suo spirito.
Oltre al già citato Zibaldone, le opere leopardiane da ricordare sono: le Operette morali, il trattato filosofico Il discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani e… I Canti: poesie scritte tra il 1818 e il 1837, tra le liriche più celebri è impossibile non menzionare: A Silvia, Il passero solitario, L’infinito e Il sabato del villaggio.
Leopardi va ovviamente ricordato – e approfondito – anche per il suo famoso pessimismo… fonte di innumerevoli studi e saggi.